Parlare di Email per un ESP, spesso porta rapidamente a tematiche classiche del settore come la Deliverability.
Nonostante l’importanza di questo tema proviamo a spostare l’attenzione verso un aspetto più profondo per un brand, rispetto alla pura e “semplice” capacità di consegnare un’email nella casella inbox dei destinatari: la Brand Protection.
Proteggere il proprio brand è fondamentale per il proprio business, e la rete probabilmente è oggi il luogo che si presta maggiormente a contraffazioni e ad utilizzi non autorizzati.
Ogni giorno leggiamo di eventi di sempre più elevata portata, alle spese sia di grandi che di medio/piccole realtà. Un dato su cui riflettere è che spesso queste calamità vengono innescate da comportamenti umani, di persone che vengono confuse o truffate, utilizzando la reputazione dei brand come lasciapassare.
Non a caso i phishing e whaling sono aumentati, soprattutto in questo ultimo periodo, dove il distacco virtuale dal mondo reale ha messo in luce le fragilità delle persone nel mondo digitale.
E’ possibile scappare da tutto questo? Avere una presenza online è elemento imprescindibile per esistere sul mercato, quindi proteggere il proprio brand è un’attività irrinunciabile per tutte le aziende.
Partiamo dall’email, che abbiamo visto essere elemento indiscutibile dell’economia digitale, sia per la comunicazione interna che verso i clienti. Come abbiamo visto l’email è stata oggetto negli anni di utilizzi illeciti, come il phishing o lo spam, che hanno minato costantemente la reputazione dei brand.
Ogni tipologia di email, indipendentemente dalla propria natura (es. massive vs transazionali, promozionali vs di servizio, etc.), richiede perciò un’attenta gestione, per evitare problemi spiacevoli.
D’altro canto, le soluzioni per proteggere l’email e renderla un efficace strumento di business, oggi sono molto evolute e richiedono a chi intende utilizzare questo canale di comunicazione di adottare misure ben precise per non incappare in falsi positivi.
Sfortunatamente, una volta che i messaggi lasciano i propri server di posta, questi possono malauguratamente trasformarsi in potenziali campagne di spoofing, phishing e spam.
Questo, oltre a generare danni ai destinatari, crea una percezione negativa del brand.
Per fortuna esistono misure tecniche in grado di proteggere le email aziendali e persino per rafforzare l’autorevolezza del brand.
Alcuni grandi colossi, come Google, sulla base di queste tematiche, dal carattere spesso ritenuto troppo tecnico per chi fa business, stanno promuovendo la diffusione di strumenti come BIMI e AMP for Email, che per altro enfatizzano come questo canale stia evolvendo verso un’esperienza sempre migliore per i destinatari.
La modalità non è affatto nuova; ricordate l’inquietante lucchetto rosso di Gmail per le email non trasmesse in modalità cifrata? Su questo torneremo con un episodio dedicato alla sicurezza…
Cerchiamo di capire meglio come funziona tutto questo.