Apple Mail Privacy Protection: la vendetta dei Proxy

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Il mondo di magnews - 7 MIN. DI LETTURA

Aggiornato: Maggio 2022
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Digital Marketing Platform

Privacy e anonimizzazione, sicurezza, performance ed esperienza utente: queste le princiapli forze che hanno animato e stanno portando novità in amibto email e con le quali i Marketer di tutto il mondo dovranno continuare a fare i conti anche nei prossimi anni. 

In questo articolo, ripercorriamo un po la teoria del tracciamento aperture email, vi raccontiamo cosa sono i PROXY, elemento tecnico fondamentale in queste dinamiche, e vediamo assieme quali sono i principali impatti pratici da tenere in considerazione. 

Aperture email: un pò di teoria

Come si fa a rilevare se una mail è stata aperta o meno ? Tutte le principali piattaforme di email marketing – magnews inclusa – tracciano le azioni di apertura delle email che inviano andando ad inserire un’immagine invisibile, detta PIXEL di tracciamento (in gergo, mailbug o webbug), nel contenuto dei messaggi.

Questo pixel viene scaricato ad ogni(*) evento di apertura dell’email e consente di rilevare l’azione di apertura in se e da chi è stata compiuta. 

Tecniche più avanzate di tracciamento prevedono anche l’inserimento di due pixel differenti, all’interno della stessa mail: uno (classico) ad inizio mail, uno invece a fondo mail: il download del primo pixel è indice che l’email è stata aperta, quello del secondo è indice che il lettore è arrivato in fondo alla mail, mentre il tempo che intercorre tra i due download può essere utilizzato (con un po di fantasia e approssimazione) per distinguere letture veloci da letture più approfondite. 

(*) come vedremo dopo, non è automatico che ad ogni apertura il pixel venga sempre scaricato. 

Oltre alle aperture, c’è di più

Storicamente, tramite questi pixel di tracciamento, oltre all’apertura in se, si è anche in grado di rilevare altre informazioni utili del lettore come

  • il tipo di dispositivo (mobile o desktop)
  • il sistema operativo (windows, macOS, iPhoneOS, Android, etc)
  • la tipologia di client di posta utilizzato per leggere le email (se desktop/APP oppure web)
  • lo specifico client utilizzato (iPhone Mail, Outlook.com, Outlook, Gmail, etc.)
  • e l’indirizzo IP che permette di geolocalizzare con più o meno precisione il luogo dal quale l’utente ha fatto l’azione

Non sempre però queste informazioni sono disponibili o affidabili, così come – l’abbiamo imparato bene recentemente – nemmeno il tracciamento dell’apertura stessa è sempre possibile considerarlo come un evento attendibile. 

Aperture: affidabili o non affidabili ?

Le ragioni della sua “non assoluta affidabilità” sono molteplici e vanno

  • dall’ormai storico blocco di default del download delle immagini (e quindi anche del pixel) da parte di alcuni client di posta, per ragioni prevalentemnete collegate alle performance
  • all’apertura sistematica da parte di sistemi (anti-spam, anti-virus e malware) che preventivamente alla consegna esaminano il contenuto del messaggio, alla ricerca di minacce, per ovvie ragioni di sicurezza,
  • all’introduzione di proxy che nascondono e mascherano tutti i dati aggiuntivi rilevati (dispositivo, sistema operativo, IP, etc) adottati a partire dal 2015 da grandi ISP come Gmail e Yahoo!
  • alla più recente e nota introduzione – per ragioni Privacy – di quello noto come Apple Mail Privacy Protection (AMPP, per gli amici, link all’articolo di dettaglio), anche questo basato su proxy, che in maniera automatica e anonima scarica tutti i contenuti della mail per impedire il tracciamento delle aperture e per nascondere tutte le informazioni collegate all’utente

In particolare, gli ultimi due punti si basano su un elemento tecnico – il proxy – che risulta l’elemento centrale e abilitante di queste pratiche adottate dai diversi provider. 

Proxy: questo sconosciuto

Prendendo spunto dalla definizione di wikipedia, il Proxy, in informatica e telecomunicazioni, indica un tipo di server che funge da intermediario per le richieste da parte dei clienti alla ricerca di risorse su altri server, disaccoppiando l’accesso al web dal browser. Un client si connette al server proxy, richiedendo qualche servizio (ad esempio un file, una pagina web o qualsiasi altra risorsa disponibile su un altro server), e quest’ultimo valuta ed esegue la richiesta in modo da semplificare e gestire la sua complessità.

Declinando questa definizione in ambito mail, il Proxy è quell’oggetto che per conto del client di posta fa tutte le richieste di download dei contenuti di un’email (in particolare delle immagini): quindi non è l’iPhone dell’utente che chiede al server il contenuto dell’immagine (rivelando in questo modo tutte le informazioni di cui sopra), ma è il Proxy di Apple che fa questa richiesta – di fatto mascherando “l’identità” del client e – in alcuni casi, come AMPP, appunto – andando a compiere quest’azione in un momento completamente scollegato dall’effettiva azione di apertura e lettura della mail da parte dell’utente, rendendo quindi inaffidabile anche il tracciamento dell’evento stesso e non solo le informazioni a questo collegate. 

Storie di Proxy e ISP

Vediamo qual’è la fotografia attuale sugli ISP mondiali che ad oggi utilizzano un Proxy, per quali finalità e con quali impatti per i tracciamenti e le relative attività di marketing. 

  • Apple dallo scorso anno, con AMPP, ha esteso il concetto di tutela della privacy anche al mondo delle email, utilizzano un proxy che – come visto – non solo nasconde le informazioni del dispositivo ma rende impossibile identificare le aperture realmente fatte dall’utente.
  • Gmail e Yahoo! da diversi anni (2015) utilizzano un proxy per garantire una migliore esperienza utente andando ad ottimizzare la banda precaricando le immagini e analizzando i contenuti per il rilevamento di eventuali minacce. In entrambi i casi, l’impatto sui tracciamenti è unicamente limitato alle informazioni aggiuntive di geolocalizzazione e sul dispositivo. 
  • Altri provider locali, specialmente diffusi in est europa, hanno adottato negli ultimi anno la medesima tecnica di Gmail e Yahoo con le stesse motivazioni e impatti sui tracciamenti.  

La tabella che segue riporta un dettaglio puntuale sul tema.

Magnews likes Proxy

Magnews è in grado di identificare, riconoscere e (quando necessario) trattare in maniera specifica eventi generati da Proxy. 

Nella reportistica dettagliata inoltre dove sono presenti i client di posta abbiamo semplificato grafici e tabelle e specificato meglio i nomi di client e device. E’ disponibile una nuova categoria “Privacy”, (recentemnete introdotta) sia nei client di posta sia nei device, per indicare coloro che aprono tramite un Proxy (Apple Mail Privacy, Gmail Proxy, Yahoo Proxy), per cui non è possibile rilevare il tipo di client o di dispositivo che utilizzano.

Per i report di comunicazione abbiamo aggiunto un grafico, con relativa tabella, che indica l’impatto dell’Apple MPP: Email aperte o cliccate (aperture affidabili) e Email aperte da Apple proxy e non cliccate (aperture incerte).

Oltre ad essere in grado di analizzare nel dettaglio l’incidenza di questi aspetti sul vs database, magnews vi mette anche in grado di agire in  maniera consapevole andando eventualmente ad adattare la strategia di comunicazione e di azione sulla base di azioni fatte o meno da dietro ad un proxy o valutando come agire rispetto ad un’apertura inaffidabile (che potrebbe quindi essere stata generata in automatico). 

Ad esempio, abbiamo introdotto un nuovo campo di insight sul contatto che indica se la sua ultima apertura è stata fatta con Apple Mail Privacy Protection; sappiamo che questi contatti sono “Apple-spendenti” e dunque possono avere un profilo di acquisto diverso dagli altri. Questa informazione può essere utilizzata per sperimentare strategie di contenuto con invii dedicati a questo target oppure usando delle condizioni di visibilità all’interno di comunicazioni.

Conclusioni

Il mondo del digital marketing, e dell’email marketing in particolare, stanno cambiando e la tutela della privacy degli utenti è uno dei principali motori di questo cambiamento. 
Magnews è stata una delle prime piattaforme al mondo a reagire tempestivamente all’introduzione di Apple Mail Privacy Protection, a tutelare i propri clienti dai relativi effetti e a sviluppare funzionalità utili alla sua gestione e all’identificazione dei diversi Proxy.

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